L’auto elettrica e come andrà a finire

Ah l’auto elettrica.

Se il senso civico avesse una bandiera, questa avrebbe disegnata un’auto elettrica. Magari una bella Tesla o una Citroen Ami.

Magari la AMI la usiamo come bandiera per la raccolta differenziata eh.
Forse nemmeno. Sto cesso fa troppo schifo anche da mettere su una bandiera che sventola a 10 metri di altezza.

Ma parliamo delle auto elettriche, quelle vere, quelle che sono auto decenti. E alcune sono pure belle.

L’auto elettrica, che bella, paladina dell’ambiente, nuovo difensore della natura, baluardo contro l’inquinamento e ultima salvezza contro i cambiamenti climatici.

Pare che qualche studio abbia confermato che, sì, insomma, produrre auto elettriche, alimentarle e tutto il resto, inquini forse, ma dico forse, meno di un’auto “tradizionale”. E questo sarebbe una cosa bellissima, se fosse vera. Al momento i pareri sono pareri e tra poco sicuramente ci saranno studi fatti come si deve. Diamo per buono che l’auto elettrica inquina di meno.

Le batterie dove le mettiamo? Ecco. Questo è un bel casino. Si troverà un modo per risolverlo?

E l’energia come si produce? A carbone come in Cina? Vabbè, riusciremo a uniformare tutti nella produzione di energia senza fossili. Sì, ce la faremo.

E dopo tutti questi preamboli, cosa volevo dire? Volevo dire che mi pare che nessuno abbia pensato al paese in cui vive, a come è fatto e a come funziona.
Se in Cina quando hanno un ostacolo lo rasano al suolo come hanno fatto per la ferrovia ad alta velocità, in Italia questo non si può fare. O non si vuole fare.

In Cina volevano fare l’alta velocità e per essere alta velocità ci voleva un binario bello dritto. Ogni tanto sul tragitto ci sono delle colline. E pazienza, si radono via e tanti saluti, ci serve l’alta velocità. E ora in Cina hanno treni che viaggiano a 300 all’ora senza la minima vibrazione (ho provato). Noi per andare da Pisa a Parma dobbiamo cambiare 2 volte il treno e passare da imbuti su per l’Appennino dove si viaggia a 50 all’ora, che tante volte quando ho preso il treno ho pensato che a farmela in motorino ci avrei messo meno.

Siamo sicuri che la rete elettrica italiana sarà in grado di sopportare tutte quelle ricariche elettriche? Una rete elettrica in cui non puoi attaccare phon e tostapane nello stesso momento senza chiedere (e pagare) l’aumento della potenza. Certo, te lo danno, ma solo perché sono ancora relativamente in pochi a chiederlo.
Qui c’è da sbucare tutto per rifare la rete elettrica, altro che storie. Tutta Italia, compresi i paesini a monte, sbucata da cima a fondo per far passare cavi con portata maggiore. Ma siamo sicuri? Ma ce la facciamo?

Quindi, come finirà questa storia?

Sarà un casino, ci vorranno ancora trenta o quarant’anni prima di poter combinare qualcosa e nel frattempo l’auto elettrica come la conosciamo oggi sarà soppiantata da qualcosa di più efficiente.

Chi si ricorda dell’Iphone?

Una merda di telefono, un aggeggio inutile, scomodo, pesante, un costoso giocattolo da sfigato.
La batteria durava quattro ore a dir tanto, non prendeva bene perché l’antenna era nel posto sbagliato, non aveva nemmeno il 3g e andava in edge come un vecchio nokia qualsiasi.

Poi è uscito il 2 che faceva cagare uguale.

Poi il 3 e forse qualcosa di buono riuscivi a farlo.

Poi il 4 e allora, sai che c’è, magari comincio a usarlo sul serio.

E da lì l’Iphone è diventato lo standard e tutti lo hanno seguito.
Ci vogliono anni.

Chi si è comprato l’iphone per primo era un povero coglione, così come chi adesso insegue l’auto elettrica perché fa figo (???) averla.
L’auto elettrica è una grande cosa. Ma non ora.

Statene alla larga, fate fare i test ai minchioni che organizzano i viaggi in base alle colonnine. Se ne riparlerà fra 10 anni, sempre che qualcuno si prenda la briga di adeguare la rete elettrica italiana alle nuove richieste.

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